Siargao: l’isola selvaggia tra surf, verde e isole.

Finalmente qui, amavo quest’isola ancora prima di arrivarci.

Motivo principale, volevo surfare ancora. Poi, scoprendola sempre di più, me ne sono innamorata per mille altri motivi.

Ci siamo rimasti qualche giorno di cui uno, purtroppo, abbiamo trovato pioggia.

Il primo però è stato stupendo: abbiamo affittato una barca con tre ragazzi conosciuti a caso per fare il giro delle tre isole vicine e disabitate, minuscole: Naked Island, Guyam e Daku. Su Daku si può anche mangiare del pesce fresco pescato e fatto alla griglia per davvero pochi euro.

Naked island, la prima, è un atollo in mezzo al nulla, solo sabbia, minuscolo, meraviglioso.

Ho fatto surf per due giorni la mattina presto, con un’istruttore che semplicemente mi ha accompagnata e mi avrebbe soccorso mi fossi ammazzata perchè andar da sola ancora non mi fido e non guido il motorino (devo imparare, lo so), ma ci sono spot per qualsiasi livello.

E’ un’isola molto “chill out”, con gente semplice e per nulla fighetta. Un sacco di surfisti e… nulla, me ne sono innamorata.

Meta meravigliosa è lo swing che trovate a metà isola, e soprattutto Alegria Beach, la spiaggia bianca e cristallina sulla punta nord dell’isola. Per arrivarci abbiamo attraversato un’ora e mezza di entroterra, costellato da boschi di palme e scorci mozzafiato.

Abbiamo dormito a General Luna, e anche lì la spiaggia ha il suo perchè, con la possibilità anche di fare qualche lezione di kite surf. Se un cinese non mi avesse ammazzato il fianco e il braccio colpendomi con la tavola, avrei provato. L’ho messo nella to do list.

Poi mi sono innamorata delle Super Bowl che fanno in un ristorantino vegano: frutta congelata frullata, con semi di chia, acai, cacao e datteri. Una meraviglia. Ne ho mangiati a tutte le ore del giorno. Insieme ai tremila frullati che ho preso nel corso di questi 18 giorni.

Se fossi un frutto, probabilmente tornerei trasformata in mango.

Domani si parte, tappa veloce a Manila e… ho voglia di tornare, ma è stato semplicemente stupendo. Siargao l’ho amata, ma non sono da meno El Nido, Coron e Boracay, ognuna con una propria particolarità.

Per sfogliare tutta la gallery e vedere le altre tappe, vai all’articolo dove racconto il mio viaggio nelle Filippine in 18 giorni.

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