Avventura e vittoria alla TV giapponese: “Tokoro san no Nippon no deban”

Squilla il telefono a fine luglio e dall’altra parte della cornetta mi parla una ragazza giapponese. Mi dice che c’è questo programma, le cui registrazioni si faranno la settimana successiva, che consiste nella sfida tra due pasticceri, uno pluripremiato giapponese (Hiromitsu Takahashi) e l’altro no (ossia io), disputata nel Sumida Acquarium di Tokyo dopo una settimana di tempo per preparare il “dolce” da esporre nella teca.

Ci diranno tutto lì, il tema, la grandezza della teca e i dettagli. Posso portarmi un assistente. Il presentatore è il signor George Tokoro, uno dei più famosi del Giappone e mi rincuorano dicendo che la portata del programma è di circa dieci milioni di spettatori.

Metto giù la cornetta non sapendo se è realtà, se un sogno, o se mi stanno semplicemente prendendo in giro. Poi arriva la mail con il contratto e torno con i piedi per terra. Più o meno, perchè non lo sono mai stata.

C’è da organizzare tutto in meno di una settimana, far la valiga e partire.

Punto primo: la prima persona a cui penso, che vorrei venisse con me è Valerio. Mi ha sopportato per un anno, sostanzialmente gli voglio bene e ora che mi ritrovo ad avere questa possibilità, sono davvero felice di poterla condividere con lui. Avevo sempre pensato di fargli un regalo per il tempo che mi aveva dedicato ma avrei voluto poter scegliere qualcosa che facesse rimanere a bocca aperta. E questa era la situazione adatta.

Secondo punto: posto che il “dolce” sarà da esporre bisogna fare qualcosa che non si squagli. Cosa meglio del mio amato isomalto? Alzo il telefono e chiamo immediatamente decosil per ordinare qualche stampo per riuscire a mettere in piedi una struttura, qualunque cosa mi toccherà improvvisare, e loro prontamente e disponibili come sempre mi spediscono tutto nel giro di due giorni.

Terzo punto: panico da partenza, da tv e da competizione.

Ma infondo stavo andando in Giappone e qualsiasi cosa fosse successa, non mi sarebbe importato, perchè sarebbe comunque stato bellissimo. E’ uno di quei paesi che ho sempre sognato da lontano, in cui mi ero ripromessa di andare non appena avessi potuto. Ed eccomi qui all’aeroporto Con Valerio e un biglietto in mano. Emozionata era la prima parola che mi veniva in mente.

Appena arrivati ci hanno accolto il regista, l’aiutante e la traduttrice. Già registrando. Praticamente sono stati la nostra ombra e i nostri compagni di viaggio per la settimana successiva. Ci riprendevano in qualsiasi momento, sempre con la loro gentilezza e il loro meraviglioso modo di stupirsi.

La preparazione della piece è stata un’avventura. Il tema era il fondale marino ispirato al Sumida Acquarium dove sarebbero state esposte le opere. Il tutto doveva essere contenuto in una teca larga 70 e alta 50.

L’umidità folle del giappone ci remava contro ma Vale, io e l’isomalto abbiamo la testa ben più dura. La scuola in cui abbiamo preparato tutti i pezzi, L’ecole Vantan, era a quaranta minuti dall’acquario e al povero autista che guidava il furgone su cui abbiamo caricato tutto abbiamo detto di spostarsi come se stesse trasportando nitroglicerina. Era terrorizzato. Ma non finisce qui, loro sono quadrati, e se non si può usare nessuna fiamma all’interno dell’acquario, non fanno eccezioni… E quindi, come montare il pezzo?

Semplice, in un caffè a 500 metri dall’acquario, dal quale poi abbiamo trasportato a mano, io e Vale, la teca già montata con il pezzo dentro. Volevamo morire…

Ma tutto è andato bene, le mie onde marine con pesci, anemoni, coralli e meduse sono arrivate a destinazione, le persone hanno votato e abbiamo anche vinto distaccando il nostro avversario di più di cento punti!

Io ho chiesto se potevano regalarmi un pinguino vero per la vittoria, di quelli che nuotavano meravigliosi in quell’acquario e che ogni tanto facevano anche zampettare fuori. E non ho capito il perchè, ma mi hanno detto di no…

Qui potete vedere la promo del programma!