Le 4000 isole: Don Det

Continua il viaggio con me tra Thaliandia, Laos e Cambogia.

Questa volta sono a Don Det, una delle 4000 isole proprio al confine sud del Laos.

Partenza da Pakse dove mi sono innamorata del Bolaven Palteau e delle persone che ci vivono con un bus alle 8.00 e arrivo a prendere la barca per l’isola dopo circa due ore e mezza tre.

Le loro classiche imbarcazioni di legno che sembrano affondare da un momento all’altro ma che sono più robuste delle nostre partono non appena si riempiono quindi non si aspetta per nulla e si salpa alla volta di Don Det e Don Khone. La prima è molto più piccola, la seconda è grande circa il doppio, ma sono collegate tra loro da un ponte in pietra. Oppure potete farvi scarrozzare dalle piccole imbarcazioni per pochi KP.

Non so dire come siano le 4000 isole nella stagione secca, dove mi hanno detto essere piene di turisti e di vita, ma ora, Don Det, dove mi sono fermata io due giorni, è l’elogio della lentezza. E del fango. Del nulla. Del silenzio.

Ho fatto il giro completo in circa due orette e mezzo in cui ho letteralmente buttato le scarpe e proceduto a piedi nudi. Non c’è solo fango in cui inevitabilmente si finisce, ma anche pezzi sommersi dall’acqua in cui non avete alternative dal passarci in mezzo.Effettivamente non credo sia un giro che fanno in molti perchè non ho incontrato anima viva se non qualche abitante del posto, vitelli, papere, galline spennute, maialini e un Australiano che ho conosciuto sulla barca, che vive qui da dieci anni e che mi ha fatto fermare a mangiare con loro la migliore zuppa che abbia assaggiato da quando sono partita. Nel mentre, mi sono scampata uno dei torrenziali temporali che immancabilmente caratterizzano queste giornate.

Quest’isola ha un’anima hippie, ci si può fermare tranquillamente a prendere un Happy shake con foglie di Marijuana tritate all’interno, e a fumare cannabis più o meno in qualsiasi bar.

Non c’è null’altro se non la possibilità di fare una gita alla vicina Don Khone a vedere delle cascate, dei delfini (che pare ci siano solo nella stagione secca), girarla in bici, e fare kayaking (anche questo nella stagione secca.).

Personalmente io l’ho amata. Vivo nella frenesia quotidiana con la paura di sprecare tempo, perchè mai ne ho per me, invece qui vivermi il mio tempo è imposto perchè non c’è davvero niente da fare. Impari a lasciare un po’ andare la filosofia del “tutto e subito”, del dover sempre fare qualcosa per dare un senso alle giornate, altrimenti ti senti in colpa per aver buttato via ore preziose. Invece qui il tempo non solo se lo prendono, ma proprio non esiste. Ed è davvero una sensazione rara poter far parte di questo essere sospesi. E’ magico.

E poi ti puoi trovare in situazioni paradossali come la mia cena di ieri sera in mezzo a persone assurde provenienti da tutto il mondo che è semplicemente stata meravigliosa.

Ah, è da non dimenticare una torcia, perchè le strade non sono illuminate e un volta che tramonta il sole non si vede nulla.

Facebooktwitterlinkedin

Write a Reply or Comment

Your email address will not be published.