Itinerario tra i templi di Kamakura

Dimenticate la frenesia cittadina e il grigio dei palazzi, le luci della città e le macchine che sfrecciano tra i semafori. Dimenticate il caos, immergetevi nel silenzio e nelle cicale, nella pace che quei budda ti trasmettono con il loro sorriso che pare abbracciarti l’anima.

La partenza è dalla stazione di Shinjuko (ma potete scegliere anche qualche altra fermata della Yamanote da cui il treno passa) e l’arrivo è a Kita kamakura, in un’ora di viaggio. (Per chi ha il Japan Rail Pass è compreso)

Ci sono davvero tantissimi templi e in una gita di una giornata non è possibile visitarli tutti. Noi abbiamo fatto una cernita e mi sento di consigliare questo percorso a chi non vuole perdersi i “top” ma che ama anche la quiete del “meno turisti possibili”

Qui sotto trovate la cartina che potete leggere e fotografare proprio appena fuori dalla stazione. Scesi dal binario potete scegliere se andare a nord o a sud della ferrovia e iniziare il giro per sbucare poi dalla parte opposta. Noi abbiamo optato per il sud perchè la maggior parte delle mete era da quella parte. Tenete conto che alle 17.30 tutto chiude quindi bisogna muoversi per tempo.

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A un centinaio di metri dalla stazione trovate il tempio Jochiji. Se volete potete visitarlo, noi l’abbiamo preso come partenza della nostra escursione perchè se dall’entrata proseguite sulla sinistra, vi addentrate in un boschetto che vi fa immergere nella pace più assoluta e vi permette di raggiungere tutti gli altri.

Il primo che incontrate, dopo un bel saliscendi in mezzo a radici e alberi bellissimi è il santiario shintoista Kuzuharaokajinja. Non si paga l’ingresso, vi accoglie una fontanella con niinfee e tartarughe, e anche qui la quiete più assoluta. E dopo la giornata di ieri a Odaiba, proprio ci voleva.

Se continuate poi sulla stessa strada vi trovate sulla destra l’ingresso del tempio Zeniaraibenzaiten, scavato come fosse l’ingresso di una cava. In realtà poi sbucate in una piazzetta dove trovate il tempio, alcuni negozietti di souvenir, troppi turisti e un laghetto in cui nuotano le carpe koi.

Non tornate indietro dalla stessa strada, ma uscite da dove si forma la coda per l’offerta al tempio e tenete la sinistra, attraverserete alcune stradine con bellissime villette, silenziose e con praticamente solo voi.

Troverete dopo una decina di minuti di cammino il santuario Sasukeinarijinja. Essendo un poì fuoriporta la quiete è stupefacente. L’ingresso è un corridoio di archi rossi e arrivati in cima trovate il santuario con migliaia di statuette a forma di volpe, che simboleggia la divinità del focolare e del raccolto.

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Proseguite verso l’alto e vi collegate a un sentiero di camminata tra le piante. Dopo poco avete due scelte: a sinistra il percorso più breve che si ricollega alla strada asfaltata, a destra un sentiero inerpicato di circa quaranta minuti.

La destinazione è sempre la stessa, il tempio Kotokuin dove trovate il buddha in bronzo alto 11 metri. L’ingresso si paga 200 yen, ma ne vale decisamente la pena.

Per noi poi, si era fatta ora di pranzo, quindi nel tragitto verso il tempio Hasedera abbiamo optato per prendere qualcosa al volo in uno dei negozietti di street food lungo la strada.

Il tempio Hasedera ha un ingresso che costa 300 yen, è molto turistico (come anche il precedente) e questa è l’unica pecca perchè spezza un po’ la magia. Per il resto è bellissimo! Innanzi tutto all’ingresso vi accoglie un laghetto di carpe koi, e avete la possibilità di decidere la direzione da prendere. A destra trovate una grotta, al cui interno trovate un antro con tantissime statuine dedicate a Benzaiten, la dea del mare, nonché l’unica femmina tra le sette divinità della fortuna nella mitologia giapponese.

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Se invece salite centrali, non appena fatte le scale vi trovate la statua con tre bambini kawaii, di cui trovate altre versioni in giro per il giardino (io me ne sono innamorata). Appena oltrepassati arrivate al tempio e noterete subito tantissime statuine Jizu, che sono poste dai genitori in lutto per un aborto o per la perdita pematura dei figli e che vengono lasciate per un anno prima di essere tolte per far spazio ad altre.

Dalla parte sinistra invece, oltre a una magnifica parete di ortensie che se è primavera si ha la fortuna di vedere fiorite (e non è il nostro caso) ci sono gli edifici principali del tempio che ospitano una statua di un budda a 11 teste, ognuna con un’espressione diversa e scolpito in legno, una statua con un budda d’oro e l’archivio di Kyozo che contiene importanti sutra.

Terminato il giro di Hasedera ci incamminiamo per l’ultima meta: il tempio Kenchoji. Si trova a un chilometro dalla stazione, ma per raggiungerlo  vi ci vorranno 30-40 minuti e vi consiglio di passare per la Komachi street, piena di negozietti per comprare qualche ricordo e di pasticcerie giapponesi.

Il Kenchoji non è un singolo tempio ma al suo interno ha diversi edifici importanti. Qui potete vedere alcuni degli originali templi in legno, praticamente gli unici rimasti. Potete camminare sino in cima al tempio di guardia che attraverso lunghe scalinate vi porta proprio in cima alla collina. E potete concludere la giornata rilassandovi nella pacifica quiete del giardino zen disegnato dall’architetto Musō Soseki.

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Dieci minuti di cammino e siete di nuovo alla stazione per tornare in hotel a recuperare le forze per il giorno successivo.

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