Skyway Montebianco, l’ottava meraviglia del mondo

Non si vive di solo lavoro, anche se a volte me ne dimentico, anche se a volte non so bene distinguere ciò che è lavoro da quello che non lo è.

In ogni caso, questi erano due giorni off, circondati da vallate e montagne della Val D’Aosta, dove immensi boschi e prati verdi giocano con il cielo azzurro e il bianco dei ghiacchiai innevati.

E’ dalla prima volta che ho messo piede in questa valle che con occhi sognanti Cecilia mi ha promesso, o fatto promettere, che più o meno è la stessa cosa, che saremmo salite insieme sullo Skyway. Di cosa si tratta? E’ una funivia che vi porta dalle pendici fino al ghiacciaio. Non sto esagerando, è davvero così. La stazione in cima è proprio arroccata sulla punta della montagna. Come siano rusciti a costruirla, per me rimane un mistero. Qui potete leggere tutte le info dettagliate.

Si arriva con la macchina fino a Pontal (Courmayeur) dopodichè ci sono due step.

La prima salita ci mette una decina di minuti e vi porta al Pavillon du Mont-Fréty, dove potete anche uscire a respirare e giocare nel parcogiochi pieno di neve. Nemmeno a dirlo, noi siamo sprofondati fino a metà polpaccio e io ho fatto finalmente l’angelo, cosa che aspettavo da tutto l’inverno…

Il secondo tratto vi porta fino in cima sulla Punta Helbronner, a 3466 metri di altitudine. Salite sulla terrazza, per la sala cristalli avete tempo dopo. E semplicemte rimanete senza fiato. L’aria è tersa come il cielo, a pochi metri vedete le vette delle alpi che quasi vi pare di sfiorare. Da una parte il dente del gigante e dall’altra il Monte Bianco. Poco sotto la Valle Bianca coperta da una coltre intoccata di neve, che pare sofficie come la crema di una cappuccino fatto a regola d’arte. C’è il silenzio e le montagne imponenti. La pace e meno 3 gradi con il sole che invece non giela dà vinta e continua a scaldare.

E’ semplicemente stupendo. Uno di quei momenti perfetti. Si capisce in un secondo perchè la chiamino “ottava meraviglia del mondo” e soprattutto si comprende quanto siamo infinitamente piccoli nell’universo, ma che privilegio sia farne parte.

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